Sguardo Rubato

Un uomo abita il canale con la sua zattera. Un fuggiasco corre, scavalca il cancello e si ferma a respirare contro un muro, lo interrompe il canto di una donna come scossa da folate di vento.
I due uomini lottano come animali che difendono il territorio.
La donna si lascia cadere nel vuoto, qualcuno da sotto la riceve.
Giocano fino a farsi male.
Il ragazzo incontra la sua immagine riflessa nell’acqua.
La zattera scivola sul fiume guidata dall’uomo, a bordo la donna danza come nuotasse sott’acqua.

Regia e Coreografia: Patrizia Cavola – Ivàn Truol

Con: Fernando Battista – Patrizia Cavola – Alessandra Grimaldi – Ivàn Truol 

Musiche Originali: Epsilon Indi

Scene: Ferruccio Maierna & Ivàn Truol

Luci: Danila Blasi

Costumi: Sara Capponi

“Sguardo Rubato” è nato come una creazione pensata per un luogo aperto della città di Bologna e appositamente realizzata in coproduzione per il “Festival Danza Urbana”, Festival Internazionale di Danza per Strada e Danza-Architettura di Bologna.

“Sguardo Rubato” è ispirato ad un affaccio sul Canale delle Moline, un luogo appartato, rifugio di anime solitarie … in fuga, lungo un fiume, sotto un ponte, e lo stesso luogo con la sua atmosfera ha suggerito la natura dei personaggi che lo abitano, come anche la ricerca sulle qualità della danza. Dallo sviluppo di questo primo spettacolo di danza urbana, ne è seguita una seconda creazione, destinata ad essere rappresentata in teatro, che della prima mantiene il luogo come fonte di ispirazione.

“Sguardo Rubato” è uno spettacolo onirico, visionario, dove la comunicazione avviene attraverso immagini più che attraverso una struttura narrativa.
I personaggi, come animali fanno di questo luogo casa, rifugio, l’arrivo di una fuga, l’uno arriva come prodotto dal sogno dell’altro.
Come se non potessero più andar via, vivono ed assistono ad ogni cosa.
Tentativi di incontri mancati, scontri, solitudini.
La lotta per il territorio, la violenza contro una donna e quella del gruppo che diviene branco contro l’individuo.

“Sguardo Rubato” è stato rappresentato in vari luoghi aperti urbani e non, come:
parchi (C.S.O.A. Forte Prenestino di Roma “Teatri Indipendenti in Festival” 2000), argini di fiumi (Argine della Chiusa di Gandazzolo (BO) “Festival corpi Fr-Agili” 1999), cortili di palazzi (Palazzo Ducale di Genova “Sarabanda Festival” 2000), ex mattatoio di Roma alla “Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo” 1999.

Altri temi del lavoro: l’acqua, la caduta nel vuoto, il volo, il tuffo; riflettersi nell’acqua, nell’altro, sostenersi; nuotare, fluttuare, navigare.

Fa parte della natura di questo spettacolo il venire rielaborato e ripensato in rapporto al luogo dove viene rappresentato.

Galleria

Produzione 1998

ATACAMA